Sul fianco destro dell’area presbiteriale, in corrispondenza della Cappella Avogadro, s’indovina un Angelo annunciante, coperto dal velario alla base dello stemma Avogadro, poi una Vergine Annunciata avvolta in un manto rosso e in ascolto dell’annuncio.
A seguire, quattro santi non meglio identificati in assenza di attributi precisi, salvo la palma del martirio. Due sono domenicani, che sembrano assistere il terzo, con corona e ricchissime vesti bordate di ermellino… Il quarto, più vicino all’altare è un diacono con una ricca dalmatica, probabile di nuovo San Lorenzo.
I critici ritengono di attribuire queste pitture ad un artista locale che tenta di imitare, soprattutto nell’ornato delle stoffe, il più valente Maestro di Oropa, in riferimento ad un elemento di moda che, come il manicotto dell’angelo annunciante, si fa risalire al primo ciclo trecentesco.
Abside quadrata
A destra, nel vano creato da un arcone sorretto da una colonnina appoggiata al muro, con capitello a stampella, si nota una nicchia-tabernacolo adibita con tutta probabilità ad usi liturgici e presenta una decorazione incisa e colorata di tipo romanico sulla ghiera dell’arco.
Sulla parete di sinistra si osservano un Apostolo (o un Cristo?) benedicente e un Donatore inginocchiato ai suoi piedi: giovane, elegantemente vestito (si notino i bottoncini del polsino della camicia!), Secondo il giudizio dell’esperto G.Saroni:
“…di qualità sorprendente, (…) questa seconda campagna decorativa dovrebbe collocarsi tra il 1350 e il 1360…. Precocemente assimilata la lezione padana di Giotto, rimane un unicum in zona eporediese, in quanto l’autore di questi affreschi non sembra aver lasciato altre tracce del suo passaggio”.
Il vicino San Sebastiano è più tardo e di qualità inferiore, fa parte del terzo ciclo (circa 1390).
Il bel santo(?) benedicente, con donatore a mani giunte, nella nicchia del presbiterio, come il frammento della Madonna della Misericordia, in controfacciata, sono stati citati, di recente, in relazione all’analisi dei frammenti d’intonaci dipinti provenienti dalla Magna Aula nel Castello di Quart. Lo studioso Bernardo Oderzo Gabrieli, estensore di un articolo comparso sul Bollettino n. 15 della Soprintendenza delle Attività e dei Beni Culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, sembra convinto di poter attribuire i due magnifici esempi presenti alla Pieve di San Lorenzo, da collocare intorno al 1363, alla Bottega del Maestro di Montiglio, che lasciò all’Abbazia di Vezzolano, a Vercelli, a Quart e a Settimo Vittone, appunto, un’importante testimonianza di pittura murale trecentesca.
Pieve di San Lorenzo
Video guida
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Credits
Foto: Adriano Ricco
Video: Fototilievidroni.it di Davide Porro